Vai al contenuto

Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova

Ogni vita merita un romanzo

  • Home
  • Chi sono
  • Psicoterapia
    • Psicoterapia
    • Aree di intervento
  • Lavoro con i gruppi
  • Contatti
    • A Padova
    • Su Skype
  • Spunti di riflessione

La storia degli aerei militari precipitati in Islanda

5 settembre 201718 marzo 2020
islanda

fotografia di Eliot Stein da qui.

Riprendo a scrivere nel blog con una storia particolare in cui mi sono imbattuto: la storia degli aerei militari statunitensi precipitati in Islanda.

Negli anni ’70 capitava spesso che le esercitazioni militari americane finissero con lo schianto del velivolo. Pare ci siano stati più incidenti in Islanda che nel resto del mondo, dicono a causa del freddo che metteva in difficoltà le attrezzature dell’epoca.

I militari venivano salvati dall’aeronautica stessa e, assieme al loro salvataggio, i tecnici si occupavano di recuperare tutto il materiale utile.

Accadde nel novembre del 1973, nel territorio della fattoria di Einar Portseisson ed Eyrùn Saemunsdòttir. I due coniugi oggi novantenni raccontano di aver visto sopra le loro teste questo aeroplano in difficoltà, di averlo raggiunto quando le condizioni meteorologiche glielo permisero, ma di non aver trovato né persone, né cabina di pilotaggio, né motori, né ali: una carlinga abbandonata nella neve.

Immagino che la domanda che percorse le teste di tutti gli allevatori che ebbero lo stesso destino di Einar e Eyrùn fu molto simile: E ora cosa me ne faccio?!

Immagino il fastidio verso chi si era permesso di recuperare ciò che gli serviva, abbandonando gli scarti, senza nessuna attenzione per chi quelle terre le viveva. Immagino le discussioni, immagino i diversi punti di vista: «Cosa ci vuoi fare? Niente! È un rottame!», oppure «Chiamiamo il governo, che ci pensino loro a rimuoverlo!», oppure ancora «Proviamo a pensare a cosa potrebbe esserci utile».

La linea che prevalse fu la terza e fu così che piano, piano, queste carcasse d’aeroplani divennero magazzini, “capanni” per gli attrezzi, casette per la pesca e, in un caso, perfino un’abitazione.

Fu tale Helgi Jònsson che, a vent’anni dall’incidente, chiese a Einar ed Eyrùn di regalargli il loro pezzo di aereo per unirlo al suo e farne la propria casa.

Oggi Helgi vive ancora nella sua casa-aeroplano, e i rottami d’aereo sono diventati oggetto di documentari, location di video musicali, set di film e vere e proprie mete turistiche.

Quante volte, nella vita, abbiamo vissuto dei disastri di cui sentiamo di portare dentro i resti? Tanto che poi ci chiediamo: cosa me ne faccio di questo dolore? Cosa me ne faccio degli strascichi che mi ha lasciato? Quanto sarebbe bello se non fosse mai capitato? O magari ci siamo trovati a sperare in qualche soluzione magica: quanto sarebbe bello se fossi forte come Ercole e potessi scagliarlo via lontano, dove non mi ferisca più.

Credo che Einar, Eyrùn, Helgi e soci siano riusciti a trovare un modo alternativo di vivere le loro carcasse nel momento in cui hanno saputo fare i conti con i propri limiti, perché da lì hanno potuto cambiare le domande e vedere delle possibilità che all’inizio nemmeno sapevano ipotizzare.

Prima delle risposte, sono quindi le domande che ci poniamo a poter cambiare:

Come sto? Cosa mi sento di fare? In che altro modo posso vedere ciò che mi sta succedendo? Che possibilità so immaginare davanti a me?…

Perché, da queste nuove domande, lasciandoci il tempo di vivere le cose che ci succedono, potremmo scoprire che anche nelle nostre vite ci sono resti che ci fanno soffrire, ma che un giorno potremmo trasformare in case, modellini, foto sbiadite, racconti lontani o chissà cos’altro: capitoli o frasi della nostra storia a cui dare un nuovo significato, per aprire a nuove strade.

Alessandro Busi
Mestrino, Padova e su Skype

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Correlati

Pubblicato in: spunti di riflessione | Tag: aeroplani, alessandro busi, alessandro busi psicologo, cambiamento, dolore, islanda, mestrino, padova, psicologia, psicologia costruttivista, psicologo, psicologo mestrino, psicologo padova, psicoterapeuta mestrino, psicoterapeuta padova, psicoterapia, psicoterapia mestrino, psicoterapia padova, resilienza

Navigazione articolo

 Resilienza: il nostro modo di raccontare storie nuove.
Provavamo a proteggerci a vicenda 

CONTATTI

3275389290 alessandrobusi.psy@gmail.com

Padova

Via Altinate 128, 35121, Padova

Online

Su Skype 

Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova

Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova
Dott. Alessandro Busi psicologo-psicoterapeuta

Articoli recenti

  • Finire e cambiare: guardando al tempo con gli occhi dei camaleonti.
  • Quando il gatto non c’è?
  • La riscoperta delle parole #12: Storia
  • Se ci deludessimo…
  • Viktor Frankl, Uno psicologo nei lager

Commenti recenti

La riscoperta delle… su La riscoperta delle parole #8:…
La riscoperta delle… su La riscoperta delle parole #7:…
La riscoperta delle… su La riscoperta delle parole #6:…
La riscoperta delle… su La riscoperta delle parole #5:…
La riscoperta delle… su La riscoperta delle parole #4:…

Archivi

  • dicembre 2022
  • luglio 2022
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • agosto 2019
  • giugno 2019
  • dicembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • febbraio 2018
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • marzo 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • settembre 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016

Categorie

  • blog di psicologia
  • spunti di riflessione

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Articoli recenti

  • Finire e cambiare: guardando al tempo con gli occhi dei camaleonti.
  • Quando il gatto non c’è?
  • La riscoperta delle parole #12: Storia
  • Se ci deludessimo…
  • Viktor Frankl, Uno psicologo nei lager

Termini d’uso e privacy

  • TERMINI D’USO E PRIVACY
Blog su WordPress.com.
  • Segui Siti che segui
    • Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Copia shortlink
    • Segnala questo contenuto
    • View post in Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
    Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: