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Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova

Ogni vita merita un romanzo

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Mese: marzo 2020

La riscoperta delle parole #1: Attesa

19 marzo 202019 marzo 20207 commenti

I momenti di crisi ci impongono di ripensare il nostro modo di vivere: le abitudini più piccole come le aspirazioni più grandi.
La sensazione è quella di perdere per strada speranze, aspettative, certezze, quindi di faticare a immaginare il futuro.
È come se le nostre storie non funzionassero più e le parole che eravamo abituati a usare perdessero di significato, mentre riemergono altre parole, paurose, ingombranti e che pensavamo fossero – per noi – dimenticabili: pandemia, quarantena, coprifuoco.

Questa rubrica La riscoperta delle parole nasce proprio da lì: per dare un senso nuovo alle parole che già  conosciamo, quindi costruire quelle storie che ancora non sappiamo raccontare e ricominciare a immaginare il futuro.

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La riscoperta delle parole #1: Attesa

L’attesa è il tempo nel quale le cose sembrano non succedere.
L’attesa è da ingannare, si dice. Seneca, in La brevità della vita, dice invece che l’attesa è il maggiore ostacolo al vivere.
Di contro, c’è chi sostiene che l’attesa sia la bilancia sulla quale pesare la portata dei sentimenti, che sia dove si rivelano le cose importanti.
Poi c’è chi dice che è la capacità di stare nell’attesa sia la virtù dei saggi, mentre per altri è il rifugio dei pavidi.

Le persone si sono storicamente scontrate sul significato della parola attesa, ma, che la si veda come qualcosa da evitare oppure come una quasi auspicabile difficoltà da affrontare, resta l’idea di fondo: l’attesa è un tempo sospeso, in cui, l’esistenza sembra mettersi in pausa, prima di ripartire nel momento deciso: l’arrivo dell’amore, le ferie, la nascita di un figlio, l’inizio di un nuovo lavoro, la fine dell‘isolamento forzato.

Il problema è che, per quanto ci proviamo, noi non possiamo mettere in pausa la nostra vita. Anzi, proprio la sensazione di essere in sospeso ci genera sofferenza, perché sentiamo il tempo dell’attesa come tempo meno significativo e a nessuno piace che il proprio tempo non sia significativo. Come se l’unica domanda possibile fosse: quanto manca?

Allora mi dico, proviamo a cambiare domanda.
Se provassimo a chiederci: cosa sta succedendo dentro questa attesa?
E poi: come sto dentro questa attesa?
E poi: chi vorrei assieme a me? E in che modo vorrei che stessimo assieme?
E poi ancora: dove si posiziona questa attesa dentro la storia della mia vita?

Potremmo scoprire che l’attesa non è un tempo sospeso, ma è un tempo pieno di noi, con dei vincoli più stringenti, che non ci aspettavamo, che non volevamo, ma con i quali dobbiamo fare i conti.
Potremmo scoprire che stiamo soffrendo, che siamo in ansia, che è doloroso. Potremmo sorprenderci, trovare attività da fare, magari recuperare passioni messe da parte negli anni; oppure potremmo scoprire che di reagire, di fare miriadi di cose non ne abbiamo proprio voglia e che preferiamo anche lasciarci prendere dallo sconforto (è forse vietato farsi prendere dallo sconforto?).
Potremmo scoprire, insomma, che non è necessario ingannare l’attesa né viverla come una prova da superare per arrivare alla saggezza, ma che, come ogni tempo della nostra vita, l’attesa è un tempo con dei vincoli dentro i quali possiamo provare a scegliere come stare.

Alessandro Busi
Padova, Mestrino e su Skype

Si può fare psicoterapia online?

13 marzo 202012 marzo 20202 commenti

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In questi giorni stiamo vivendo molte sfide che riguardano il nostro modo di vivere:

La mia libertà individuale ha dei limiti?
Le mie scelte hanno una ricaduta sociale ampia?
Cosa mi resta da scegliere quando sono dentro dei vincoli più stretti del solito?

Queste sono solo alcune delle domande che ci stanno venendo incontro, talvolta in modo minaccioso, perché riguardano i nostri significati più profondi, quindi vanno a modificare le abitudini che davamo per scontate, quelle che pensavamo non sarebbero cambiate mai.

Nel mondo della psicoterapia, una questione grande e concreta che si sta ponendo è quella di effettuare i percorsi online perché è un cambiamento rispetto al solito, perché per alcune persone è un cambiamento difficile da costruire.

Personalmente conduco da sempre anche terapie online, per le persone che scelgono questa modalità, o ancora per chi è lontano da Padova e Mestrino, ma oggi la questione si allarga a tutti, quindi provo a rispondere ad alcuni dubbi comuni* sulla psicoterapia online.

Si può fare psicoterapia online?
Sì, perché si tratta di fare lo stesso percorso con delle caratteristiche nuove. Come la stanza della terapia, i colori delle pareti, le immagini appese, la presenza di libri o meno… entrano in gioco nel nostro modo di vivere la terapia, così l’incontro online porterà con sé vissuti diversi. Questi, come quelli di prima, parleranno di noi, delle nostre esperienze, del nostro modo di vedere il mondo, quindi sono materiale utile proprio per la psicoterapia.

Ma online non è più finta?
Anni fa condussi un seminario dal titolo Virtuale e/è reale. Esploravo come la divisione fra virtuale e reale cada nel momento in cui pensiamo alle nostre emozioni, sensazioni, desideri. In questi anni di lavoro sul campo, nell’ambito del cyberbullismo, per esempio, ho potuto vedere con ancora maggiore chiarezza che quello che viviamo online è reale, perché la sofferenza di una persona di fronte alle offese online, lo è; così come lo è la gioia di quando riceviamo dei like (uno studio che lessi qualche tempo fa, riscontrava le stesse reazioni neurologiche di quando ci vengono fatti dei complimenti di persona).
Quindi, tornando a noi, la terapia online è vera come sono veri i nostri i vissuti che proviamo; l’incontro telematico è una diversa porta per entrare nel nostro mondo personale.

L’efficacia è la stessa?
Sì, perché una terapia è efficace quando si costruisce una relazione utile fra terapeuta e paziente. Costruire una relazione usando uno strumento telematico porta con sé la stessa sfida di comprensione che c’è anche negli incontri in studio. Certo, è diverso, ma diverso non vuol dire diminuito; vuol dire che, come dicevo prima, apre porte nuove.

E la privacy?
Qui ci sono tre livelli:
– le piattaforme di videochiamata garantiscono la privacy delle comunicazioni che avvengono al loro interno. Se ci pensiamo, sarebbe a dir poco controproducente per loro non garantirlo. Vorrebbe dire non avere più utenti;
– il terapeuta sceglie anche per le terapie online un luogo che garantisce il mantenimento del segreto professionale delle comunicazioni;
– il paziente potrà scegliere di svolgere questi colloqui in un posto nel quale si sente sicuro e libero per parlare. Questo per qualcuno è facile, per altri è una sfida, che ha a che vedere con le proprie relazioni, quindi diventa, nuovamente, materiale utile proprio per la psicoterapia (es. Come faccio a chiedere a mio/a marito/moglie/compagno/compagna di rispettare i miei spazi?)

Come funziona concretamente?
Funziona in modo molto simile agli appuntamenti in studio: si concordano l’ora dell’appuntamento e la piattaforma che si userà e si effettua il colloquio che dura i canonici 50 minuti. La spesa rimane detraibile come spesa sanitaria.

Tirando le fila:
la psicoterapia è in primis relazione e la relazione può essere diversa, ma non si può cancellare, quindi, terapia online e di persona sono due modi diversi di stare assieme, ognuno con le proprie specificità e significati, quindi, ognuno che porta con sé dei vissuti utili da esplorare. Una non è più vera dell’altra, o più efficace, perché vero ed efficace è l’incontro fra due persone, che sia dal vivo, che sia online.

Lo dicevo all’inizio: tutti stiamo vivendo un momento di ridefinizione delle nostre abitudini e modi di stare assieme, quindi, anche la psicoterapia non poteva esserne esente. Questo di certo ci mette in difficoltà, ma ci apre anche alla possibilità creativa di cambiare.

* Queste sono le domande più comuni che in questi anni mi sono state poste, ma immagino che altre ce ne siano, quindi, chi avesse dubbi o curiosità mi può contattare al 3275389290 oppure via mail a alessandrobusi.psy@gmail.com oppure ancora sulla mia pagina di Guidapsicologi.

Alessandro Busi
Psicoterapeuta a Padova, Mestrino e su Skype

La vita in relazione: DPCM 8 marzo, psicoterapia e responsabilità [EDIT 12 marzo]

9 marzo 202017 marzo 20201 commento

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Stiamo vivendo un momento difficile, in cui ognuno di noi fatica a capire come ci si deve comportare, cosa è necessario fare, cosa si può evitare. Le informazioni che ci arrivano sono tante e spesso minacciano le nostre abitudini e aspettative verso il futuro. Questo dà preoccupazione, ansia: desiderio a volte di esagerare, altre volte di far finta che non stia succedendo nulla.
È comprensibile, di fronte alla paura forte spesso reagiamo così. Ma possiamo anche provare a fare qualcosa di diverso.
Fermiamoci un momento e pensiamo a quello che ci sta succedendo.
L’emergenza sanitaria è qualcosa che nessuno si poteva aspettare, che spaventa, e che ci impone di ripensare in parte alle nostre azioni abituali, quantomeno per un periodo.
Ma noi non siamo abituati ad avere delle limitazioni, tanto meno alla nostra libertà di movimento. Eppure ci sono situazioni in cui è necessario pensare alla salute di tutti: ricordarci che, anche quando siamo soli, siamo sempre inseriti nelle maglie delle relazioni.
Questo può essere limitante, è innegabile, ma che altro può essere?
Ogni nuovo vincolo ci impone di pensare a nuove possibilità, ci impone di chiederci

Cosa posso fare dentro questi nuovi vincoli?
A cosa posso rinunciare ora per rinunciare meno in futuro?
Come posso stare assieme agli altri in modo diverso?

E quindi di ricordarci che, se siamo responsabili delle nostre azioni, vuol dire anche che abbiamo libertà di scelta.

Questo vale per tutto, perciò vale anche per la psicoterapia. Siccome la situazione è delicata, divido tre punti importanti, nella speranza di essere chiaro:

  • con il DPCM – Decreto delPresidente del Consiglio dei Ministri – dell’8 marzo e con l’aggiornamento del 9 marzo e quello ulteriore del 12 marzo è ancora possibile svolgere la psicoterapia individuale e di coppia via Skype e anche nei miei studi di Padova, Mestrino – grazie al fatto che entrambi gli studi permettono di garantire le norme igienico sanitarie suggerite dall’Istituto superiore della Sanità;
  • nel decreto i divieti assoluti di movimento riguardano chi sta male*, e proprio per questo è richiesto a tutti di assumersi la responsabilità di ridurre al minimo gli spostamenti solo per ragioni di lavoro, sanitarie (fra cui rientra la psicoterapia) ed emergenze. Seguendo quel principio di responsabilità personale e sociale che dicevo prima, con tutti i miei pazienti valuteremo di effettuare i colloqui su Skype. Solo in casi di necessità, li svolgeremo di persona. In questo secondo caso, chi verrà in studio dovrà produrre un’autocertificazione in cui dichiara le ragioni del proprio viaggio (qui la nota del Ministero degli Interni) da esibire in caso di controlli. Sarà possibile anche rilasciare un certificato con data e ora del colloquio da poter esibire in allegato;
  • Con le stesse attenzioni alla responsabilità, ci muoveremo anche con chi vuole iniziare un nuovo percorso. La via privilegiata sarà la terapia via Skype, mentre gli incontri di persona a Padova e Mestrino saranno per queste due settimane marginali. Chi desidera fissare un primo colloquio o volesse chiedere informazioni mi può contattare al 3275389290, via email alessandrobusi.psy@gmail.com, oppure tramite il mio account di Guidapsicologi.

Proviamo a rendere questa situazione meno scomoda e duratura possibile: ci vuole un po’ di impegno da parte di tutti e ricordarci che una cosa che contraddistingue noi esseri umani è la capacità di cambiare per far fronte alle avversità. E proprio questo è quello che si fa in psicoterapia: costruire strade nuove per vivere diversamente anche le situazioni più difficili; riscoprirci liberi di scegliere.

Alessandro Busi
psicoterapeuta a Padova, Mestrino e via Skype

* Chi dovesse sentire anche lievi sintomi riconducibili all’influenza, quindi simili a quelli del Covid-19, oppure riconducibili a quelli del Coronavirus, oltre a contattare telefonicamente il proprio medico di base e i numeri dedicati, è invece tenuto a restare in casa. In questo caso, sarà possibile continuare i percorsi di psicoterapia via Skype, garantendo quindi un sostegno anche in una situazione non certo facile.

NB: con il procedere delle novità, aggiornerò il post in modo da rendere le informazioni più complete possibili.

CONTATTI

3275389290 alessandrobusi.psy@gmail.com

Padova

Via Altinate 128, 35121, Padova

Online

Su Skype 

Alessandro Busi Psicoterapeuta Padova

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Dott. Alessandro Busi psicologo-psicoterapeuta

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