
Illustrazione di Guido Scarabottolo
Che ne sappiamo noi dell’amore?
(R. Carver, “Principianti”)
Un racconto del celebre scrittore americano Raymond Carver è una scena: due coppie sedute al tavolo conversano delle loro relazioni presenti e passate provando a dare una risposta alla domanda che dà il titolo al racconto stesso: Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?
Senza voler svelare il finale, credo che sia facile immaginare che nessuno dei quattro personaggi arriva a una risposta definitiva.
Chi potrebbe, d’altro canto, affermare di sapere con certezza cos’è l’amore?
Ognuno di noi ne ha una propria idea, figlia delle proprie speranze e paure, di ciò che vive giorno per giorno, di ciò che ha imparato nella propria vita a chiamare amore.
Eppure, nonostante questo sentimento sia tanto personale e intimo, è comune trovarci a pensare: è giusto il mio modo di amare? È come quello degli altri, o è diverso? Sono come gli altri, o sono diverso?
Questi dubbi così netti portano spesso con sé vissuti difficili, come la paura di scoprirci diversi da chi vorremmo essere, o la colpa nel non essere stati “capaci” di fare ciò che “si doveva”, o ancora la sofferenza nel sentirci sbagliati.
Per questo anche la psicoterapia spesso parla di relazioni e d’amore: perché è nelle relazioni che emergono alcune sofferenze, ed è grazie alle relazioni che scegliamo di metterci mano.
Così per poterne parlare, ognuno di noi scopre di avere un proprio vocabolario, dei propri significati, dei modi tutti personali di raccontare, ricordare, vivere i propri amori.
Così possiamo scoprirci più complessi di quanto pensavamo, e magari ritroviamo qualcosa che ci piace e qualcosa che vorremmo lasciar andare. Magari vediamo con più chiarezza ciò che speriamo, ciò che ci aspettiamo, ciò che temiamo. Magari scopriamo che, nella nostra particolarità, anche se il nostro modo di stare assieme agli altri può cambiare, i nostri modi di amare rimangono legittimi, proprio perché sono i nostri. E magari, smettiamo di cercare una risposta definitiva alla domanda di Raymond Carver, ma iniziamo a concederci la libertà di riformularla, per dare spazio a ciò che sentiamo:
Di cosa parliamo quando parliamo di amori?