
Illustrazione di Julia Rothman
Uno degli articoli più letti nel 2016 del New York Times si intitola “13 Questions To Ask Before Getting Married”, ovvero: 13 domande da fare prima di sposarsi.
Pur sottolineando che le domande potrebbero essere molte, molte e molte ancora, queste sono quelle che la scrittrice Eleanor Stanford consiglia nell’articolo:
-
Quando c’erano dei disaccordi, la tua famiglia lanciava i piatti, discuteva con calma, o faceva finta di nulla?
-
Avremo dei figli? E se li avremo, cambierai i pannolini?
-
Le esperienze con i nostri ex ci aiuteranno o ci bloccheranno?
-
Quanto è importante la religione per te? Come celebreremo le feste, se lo faremo?
-
Sono i miei debiti i tuoi debiti? Saresti disposto a salvarmi finanziariamente?
-
Qual è la cifra massima che spenderesti per un’automobile, per un divano e per un paio di scarpe?
-
Ti sta bene che io faccia cose senza di te?
-
Ci piacciono i rispettivi genitori?
-
Quanto è importante il sesso per te?
-
Quanto ci possiamo permettere di flirtare con altre persone? Va bene guardare la pornografia?
-
Conosci tutti i modi con cui dico ti amo?
-
Cosa ammiri di me e quali sono le tue fissazioni?
-
Come ci vedi fra dieci anni?
Il principio con il quale l’autrice ha scelto queste domande, talvolta strane, talvolta molo personali, è quello per cui è meglio discutere, mostrare i vari aspetti di sé prima di sposarsi, per evitare di sentirsi poi in dovere di mantenere segreti sempre più incontenibili.
Senza giudicare l’utilità o meno di queste domande – penso che ogni coppia possa trovare quelle importanti per la propria relazione –, durante la lettura mi sono chiesto quante di queste domande faremmo, prima che al partner o alla partner, a noi stessi e, se ce le facciamo, quanto sinceramente siamo disposti a risponderci.
Metterci davanti a ciò che speriamo, temiamo, ci aspettiamo dalla nostra vita fra dieci anni, per esempio, potrebbe essere difficile, doloroso e magari sorprendente. Potrebbe metterci davanti a strade che vorremmo percorrere, ma non stiamo percorrendo. Potrebbe “costringerci” a riconoscere che quello che stiamo vivendo ci piace, potremmo perfino scoprirci soddisfatti! Chi può dirlo.
E allora potremmo prendere spunto da questo articolo per pensare quali domande potremmo farci e a quali sentiamo che rispondere ci metterebbe a disagio; per decidere quali segreti vorremmo smettere di tenere, quantomeno con noi stessi.
Alessandro Busi
Mestrino, Padova e su Skype